PER TE FRANCESCO

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view post Posted on 9/5/2016, 12:23     +1   -1
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view post Posted on 10/5/2016, 17:07     +1   -1
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view post Posted on 10/5/2016, 17:58     +1   -1
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Quando una persona che amiamo se ne va via per sempre, vorremmo morire per seguirla ovunque essa sia. Io ci penso spesso. Mio figlio Francesco è stato il dono più bello che ho ricevuto dalla vita. Lui era il sole, il sorriso, la positività, il buon umore, l’attivismo, la gioia di vivere, la correttezza, la generosità, l’onestà, la sincerità, la puntualità, la bellezza,la modestia, la purezza d’animo. Pensavo fosse immortale, come le sue qualità. Vedo la scena della sua morte tutti i giorni. E piango. Immagino la sua pena di sapersi morto. Il furto più grande che si possa immaginare: il diritto all’esistenza. Da quatro anni vedo il vuoto. L’inutilità della vita. Una vita senza qualità, senza dono. Tutto è cambiato e a volte sembra che non sia mai esistito nulla. La realtà si fa di ghiaccio, insipida e caotica, indifferente e muta. Mi scivola addosso senza coinvolgermi. Gli amici i parenti si stancano presto. Consolare costa fatica e tristezza. E mi ritrovo sola a scrivere. Ma a che serve vivere?....
 
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view post Posted on 1/6/2016, 19:16     +1   -1
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Carissima Elisabetta
Ti posso capire solo io e tutte le mamme che si trovano nelle stesse nostre condizioni.
dobbiamo convivere con questo immenso dolore purtroppo,
Ci sono momenti molto spesso non ti nascondo che il mio stomaco e molto ansioso
e mi sento morire dentro anchio, ma dobbiamo violentarci dentro
se vogliamo continuare a vivere senza coinvolgere nel nostro dolore i nostri cari.
Tesoro io ti sono vicina con la mente e col cuore ti voglio bene .


consolazione



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view post Posted on 13/6/2016, 15:51     +1   -1
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Ciao Orazio. Ti ho amato tanto e mi mancherai.Per tutti gli EX di Virgilio

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Parkes dice che la perdita di un figlio è l’evento più stressante che un essere umano possa sperimentare. Sappiamo che ha ragione, è l’inversione dell’ordine naturale delle cose, la perdita di tanti progetti futuri, l’inutilità di tanti sforzi passati.

Ci insegnano e ognuno di noi prima o poi lo sperimenta di persona che il lutto ha le sue fasi: la prima è di torpore e stordimento, poi piano piano si realizza la perdita, si cerca la persona perduta nei luoghi che frequentava, nei propri pensieri, nelle proprie percezioni, ci si arrabbia con lei per essersene andata, poi arriva la disperazione, quando ormai è chiaro che non tornerà. Infine si riprende la vita di prima, forse.

Quanto ci si mette dipende da quanto erano importanti le persone perse, da quanto la perdita sia o meno nell’ordine delle cose, da quante forze si hanno.

Il lutto per un figlio forse non finisce mai, si può solo imparare a sopportarlo.

Cari genitori, vi auguro di trovare la forza.
 
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view post Posted on 2/9/2016, 16:22     +1   +1   -1
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Francesco Zaccaria, vittima della strage criminale sul lavoro
di Gioorgio Cremaschi
"Sarebbe bastata la trave giusta al posto giusto e mio figlio sarebbe ancora vivo, ancora qui con me". Questo con gli occhi lucidi e con il respiro trattenuto mi dice Amedeo Zaccaria a Taranto, mentre seduti vicini nella sede della USB a Talsano di Taranto aspettiamo l'inizio della manifestazione che, come avviene da tre anni, ricorda i tanti lavoratori uccisi all'Ilva.

Francesco Zaccaria era un ragazzo di 29 anni quando è stato assassinato. Il 28 novembre del 2012 è salito sulla grande gru che manovrava in riva la mare, uno di quei mastodonti che annunciano l'Ilva fin da molto lontano, quando in auto prima ancora di arrivare a Taranto già entri nell'immane territorio del mostro dell'acciaio. Francesco è salito sulla gru, è entrato nella sua cabina di comando a 60 metri d'altezza e ha iniziato il suo lavoro preciso ed efficace come sempre. Ma in breve il tempo già brutto è peggiorato e improvvisamente dal mare è sorta un tromba d'aria, un vero e proprio tornado. Francesco lavorava con le spalle rivolte al vento, quindi non ha visto la colonna nera che si avvicinava. Un suo compagno di lavoro su una gru uguale e vicina per caso si era invece voltato, aveva visto la colonna nera avvicinarsi e con semplice reazione d'istinto si era buttato fuori dalla cabina per cercare di raggiungere il suolo. Impresa assurda a 60 metri d'altezza mentre ti sta per colpire una tromba d'aria. E infatti il compagno di Francesco si era improvvisamente pentito del gesto e aveva tentato di rientrare nella cabina. Ma non c'era riuscito. Il vento aveva colpito la gru, la cabina era stata spinta nel vuoto e il compagno di Francesco si era trovato appeso per disperazione ai tralicci in alto. E così si è salvato. Francesco invece è rimasto intrappolato dentro la cabina della sua gru mentre il vento la sospingeva verso il fine corsa e poi quando questa precipitava in mare. Ci hanno messo due giorni per ritrovarlo, perché la cabina era sprofondata nella melma sott'acqua.

Amedeo Zaccaria qui interrompe il suo racconto e io so che in quel momento sta come sempre pensando agli ultimi momenti di suo figlio. La cabina era diventata come un'auto che perde l'aderenza sul ghiaccio, dice. A me invece viene un'altra immagine, quella delle giostra delle montagne russe. Della paura per gioco che abbiamo provato quando, avvinghiati nel carrello lanciato a tutta velocità, improvvisamente si parava davanti a noi la svolta e si insinuava in noi il terrore che quel carrello avrebbe potuto proseguire diritto nel vuoto e noi precipitare con lui. Io credo che il divertimento su quella giostra consista proprio nel vivere una minaccia che sappiamo impossibile.

Francesco invece ha vissuto attimo per attimo l'impossibile che diventa realtà. Il carrello che prende velocità e scivola sulle corsie e arriva al fine corsa e lo salta e vola e precipita verso quel mare che prima appariva così lontano. Quanto dura davvero questo tempo, quanto si dilatano questi attimi spaventosi dentro la cabina che precipita? Pensiamo ancora alle montagne russe, il giro dura poche decine di secondi, ma quando scendiamo ci sembra che sia passato molto più tempo e più la giostra ci è sembrata pericolosa, più quel tempo si allunga.

Bastava la trave e non sarebbe successo nulla. Pochi giorni prima quelle gru gigantesche erano state sottoposte a manutenzione. Un manutenzione che doveva essere veloce perché la produzione non doveva avere soste, questo imponevano i Riva, da sempre e ancor più in quel 2012 in cui il loro impero stava crollando. Così la manutenzione è andata per le spicce. Invece che sistemare la trave di arresto, lavoro che avrebbe richiesto più tempo, si è preferito togliere quella trave e mettere dei semplici pezzi di ferro più facili da sistemare. Cosa vuoi che succeda là in alto, qui bisogna produrre senza perdere tempo in lavori inutili!

E così quando è arrivata la tromba d'aria tutte le cabine sottoposte a questa "manutenzione" son volate via a 60 metri come foglie da un albero. Mentre in cima alla gru non sottoposta a lavori, dove era rimasta tutta arrugginita la trave d'arresto, la cabina era rimasta tranquilla al suo posto.

Ma una tromba d'aria di quella portata a Taranto è comunque un evento eccezionale, una di quelle "tragiche fatalità" con cui sui mass media si definiscono le stragi di lavoro, ambiente, territorio che colpiscono il nostro paese. E invece no.

Amedeo Zaccaria, nell'impegno di ricerca e studio per provare di fronte alla legge l'assassinio di suo figlio, non sì è solo dato da fare come ingegnere, ma anche come meteorologo. Ha raccolto le mappe documentate degli eventi climatici più importanti del passato e ha scoperto che a Taranto in quella stagione tornado come quello del novembre 2012 siano abbastanza frequenti. Quindi non c'era nulla di assolutamente imprevedibile in ciò che è avvenuto.

Come non lo sono tanti eventi naturali di cui in realtà sappiamo già tutto e per difenderci dai quali non si fa nulla. In questi giorni siamo colpiti dalla tragedia e dalla strage in Italia centrale e abbiamo rivisto sui mass media le carte sismiche del nostro paese. La zona devastata dal terremoto è una macchia scurissima che risalta nel già scuro contorno che disegna tutto l'Appennino. Tragiche fatalità, errori umani non esistono di fronte alle conoscenze e alle tecnologie di oggi, le cause delle stragi sono sempre imputabili a trascuratezza, colpa, o vero e proprio delitto da parte di chi avrebbe il potere di impedire che le persone muoiano e non lo fa.

Quello di Francesco Zaccaria è stato un omicidio, non un omicidio bianco o nero come si dice per attenuarne la gravità, un omicidio e basta. Come quello di Alessandro Morricella, che è morto bruciato vivo il 13 giugno 2015.

Allora non c'erano più i Riva a guida dell'Ilva, ma i commissari governativi. Ma cambiata la gestione i metodi di lavoro di lavoro non sono migliorati, anzi, e la complicità che li autorizza è ancora più grave.

Alessandro è stato investito da un getto di ghisa a 1500 gradi che lo ha sciolto assieme al casco e agli indumenti protettivi. A cosa servono quelle protezioni individuali di fronte a questo calore? Si fanno corsi e pubblicità antinfortunistica per il lavoratore, magari così tutti i guai sembrano colpa sua. L'antinfortunistica è diventata persino fonte di affari, con i corsi lautamente finanziati, ma chi insegna alle aziende a mettere in sicurezza gli impianti? Questo dice Amedeo Zaccaria.

Ma in realtà qualcosa qui era stato fatto. La magistratura aveva sequestrato l'Altiforno 2 perché non sicuro. Il governo però con il decreto salva Ilva ha ordinato la ripresa dell'attività e il parlamento con voto di fiducia ha convertito in legge il decreto. Poco dopo proprio nell'AFO2 Alessandro è stato investito dalla cascata di ghisa liquida, come avveniva nelle ferriere del 1800. Di fronte a questo omicidio fin dove arriva la catena delle responsabilità criminali?

Questo è il punto che Amedeo sostiene con più forza e ragione. La legge è formalmente uguale per tutti, ma la giustizia no. Troppi ritardi, troppe paure, troppe protezioni da parte del potere impediscono che questi omicidi abbiano giustizia, che chi ne è responsabile paghi davvero.

Questo perché prima di tutto non vien quasi mai riconosciuta la gravità del delitto commesso. Lo aveva fatto, il procuratore Guariniello per la strage della Tyssen Krupp a Torino, i cui responsabili erano stati accusati di omicidio volontario e non semplicemente colposo. Perché se in nome del profitto vengono ignorate le norme di sicurezza questo non è un incidente, è un assassinio. Se un automobilista per distrazione non dà una precedenza e ci scappa il morto, quello è un incidente per colpa. Ma se quell'automobilista viaggia di notte a 150 all'ora dove il limite è 50, e magari è pure ubriaco, e fa un incidente con morti, quell'automobilista è un criminale assassino.

La gravità dei delitti contro chi lavora non viene spesso riconosciuta e questo rallenta o blocca la giustizia. E poi c'e una questione più di fondo. Ogni giorno ci viene spiegato che competitività, produttività, profitto sono la misura del progresso. Quindi chi muore sul lavoro in fondo viene considerato come un danno collaterale inevitabile, come si dice dei civili assassinati in guerra.

Nel 2015 i morti sul lavoro sono ufficialmente aumentati del 16% sull'anno precedente, nonostante crisi e disoccupazione. D'altra parte che rispetto può avere la salute di chi lavora, quando siamo giunti al punto che un lavoratore può essere acquistato come sigarette dal tabaccaio, grazie ai Voucher.

Amedeo Zaccaria si batte con le unghie coi denti per ottenere giustizia per l'assassinio di suo figlio e con il suo dolore e con il suo impegno prima di tutto ci dice e ci insegna che non c'è giustizia senza lotta.

 
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view post Posted on 2/9/2016, 16:30     +1   -1
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Ciao Orazio. Ti ho amato tanto e mi mancherai.Per tutti gli EX di Virgilio

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Un abbraccio a te e a tuo marito Elisabetta.
 
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view post Posted on 7/10/2016, 17:21     +2   +1   -1
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view post Posted on 11/10/2016, 14:02     +1   -1
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Ciao Elisabetta.
Mi stringe il cuore leggerti.
L'altro giorno mentre piangevo perchè mio figlio se n'è andato di casa per andare a convivere a venti kilometri da casa, mi sentivo una stupida.
E mi dicevo. Chiamati fortunata che è felice e che ancora tu ce l'hai. Pensa a chi ha perso un figlio invece di piangere per queste cose.
Ed è vero.
Non riesco neppure a pensarci a quanta sofferenza tu e tuo marito abbiate provato e provate tutt'ora.
Non posso fare altro che abbracciarti forte.
 
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view post Posted on 11/10/2016, 18:08     +1   +1   -1
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Cara Milena quanto sono vere le tue parole....Mio figlio era andato a convivere con la sua ragazza,da solo 4 giorni,non ha potuto godersi niente di più...non riesco a farmi capace di tutto il dolore che stiamo provando...il 28 novembre saranno 4 anni che non c'è più che non lo vedo.
Mio marito l'ultima volta che l'ha visto gli ha promesso che non sarebbe finito nel dimenticatoio dei morti sul lavoro.
Per questo abbiamo pensato e già attuato il premio "FRANCESCO ZACCARIA" consistente in una borsa di studio a livello nazionale per la miglior tesi di laurea che ogni anno si deciderà.
Il 28 novembre di ogni anno facciamo una cerimonia consistente in un corteo di imbarcazioni che parte dal molo sino a dove Francesco fu ritrovato a trenta metri di profondità nella cabina della gru e lì lanciamo una corona a mare. E facciamo celebrare una messa in suffragio.
Siamo stati ricevuti dal presidente della repubblica che ci ha consegnato la stella al merito.
 
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view post Posted on 12/10/2016, 10:27     +1   -1
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CITAZIONE (nuvola@ @ 11/10/2016, 19:08) 
Cara Milena quanto sono vere le tue parole....Mio figlio era andato a convivere con la sua ragazza,da solo 4 giorni,non ha potuto godersi niente di più...non riesco a farmi capace di tutto il dolore che stiamo provando...il 28 novembre saranno 4 anni che non c'è più che non lo vedo.
Mio marito l'ultima volta che l'ha visto gli ha promesso che non sarebbe finito nel dimenticatoio dei morti sul lavoro.
Per questo abbiamo pensato e già attuato il premio "FRANCESCO ZACCARIA" consistente in una borsa di studio a livello nazionale per la miglior tesi di laurea che ogni anno si deciderà.
Il 28 novembre di ogni anno facciamo una cerimonia consistente in un corteo di imbarcazioni che parte dal molo sino a dove Francesco fu ritrovato a trenta metri di profondità nella cabina della gru e lì lanciamo una corona a mare. E facciamo celebrare una messa in suffragio.
Siamo stati ricevuti dal presidente della repubblica che ci ha consegnato la stella al merito.

Lo so, ho seguito tutto.
Non è poca cosa Elisabetta, siete fortissimi. Anche alla luce della tua salute che di ferro proprio non è.
Se può consolarti almeno un poco ti dico che ti penso sempre e parlo spesso della tua storia con parenti, amici o chi mi capita di dialogare sull'argomento.
Ti abbraccio dolcissima donna.
 
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view post Posted on 18/10/2016, 12:27     +1   +1   -1
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Barbara D'Urso é proprio seguita da tutte.



La nostra gatta (sheeba)...è una grande fans.....è un regalo di Francesco alla sua mamma

 
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view post Posted on 28/10/2016, 09:22     +1   -1
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frasi-per-defunti-300x252
Non è lontano da te,
è solo da un’altra parte,
proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
E’ ricordando il suo sorriso
che troverai pace e serenità.
Coraggio!
 
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