Votes taken by marisa56

view post Posted: 19/1/2014, 09:39     +1Come fare i ravioli dolci di Carnevale - Tante Ricette
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Le maschere sfilano per le strade ed i carri allegorici fanno la loro comparsa in ogni angolo d’Italia, ricordando a tutti che il Carnevale è entrato nel vivo. E con i dolci come la mettiamo? Avete preparato frappe e castagnole per allietare la tavola in questo periodo dell’anno?

Di certo sono proprio questi i dolci tradizionale del Carnevale, ma forse vale la pena ricordare che in alcune zone della Penisola ci sono tradizioni diverse, come quella che vuole re incontrastati i ravioli dolci di Carnevale, leccornie ripiene di marmellata o cioccolata, poco adatti a coloro che sono perennemente a dieta, ma assolutamente da assaggiare nel periodo che precede le privazioni della Quaresima. E allora come fare i ravioli dolci di Carnevale?

Questi gli ingredienti che dovete avere a portata di mano:

300 grammi di farina
100 ml di latte
50 grammi di burro
60 grammi di zucchero
1 bustina di vanillina
un pizzico di sale
olio di semi
zucchero a velo
marmellata o cioccolata

Per prima cosa tagliamo il burro in quadratini e facciamolo sciogliere a fuoco lento. Procuriamoci quindi una ciotola capiente e mescoliamo la farina, il latte, il burro sciolto, lo zucchero, un uovo, la vanillina ed un pizzico di sale. Amalgamiamo tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto morbido e liscio e poi copriamo il tutto con un panno pulito o con foglio di carta velina.

Lasciamo riposare l’impasto per una mezz’oretta, prima di tornare a lavorarlo per qualche minuto, per poi stenderlo con il matterello o con la macchina per la pasta. Facciamo in modo che si formino delle strisce alte uno o due millimetri e poi procediamo con l’aggiunta del ripieno. Richiudiamo accuratamente ogni singolo raviolo e nel frattempo facciamo scaldare l’olio di semi in una padella a bordi alti.

Spennelliamo i ravioli di Carnevale con l’albume di un uovo e poi adagiamoli in padella, facendoli cuocere su entrambi i lati. Infine scoliamoli su un foglio di carta assorbente, spolveriamoli con lo zucchero a velo e serviamoli caldi. Una ricetta unica che farà impazzire grandi e piccini.


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view post Posted: 26/7/2013, 19:23     +1Come fare il semifreddo alle pesche - Tante Ricette
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Un’idea dolce e golosa, ma soprattutto fresca per il dessert delle vostre serate estive? Il semifreddo alle pesche e quello che fa per voi! Le pesche sono tra i frutti estivi per eccellenza, così come il semifreddo è uno dessert più amati in estate. Preparare il semifreddo alle pesche non è difficile è il risultato è garantito: tutti i vostri ospiti apprezzeranno il vostro freschissimo dolce.

Il semifreddo alle pesche può essere preparato in un unico stampo oppure in piccoli stampini monoporzione; si possono usare le varietà di pesche che preferite e, volendo, aggiungere anche le albicocche o i frutti di bosco. Anche per la decorazione potete sbizzarrirvi a piacere: va bene sia una delicata salsa di pesca che un goloso cioccolato bianco o fondente.

Semifreddo alle pesche, la ricetta

Ingredienti: 500 g. di polpa di pesche ricavata da un chilo di pesche, 200 grammi di zucchero a velo, 250 grammi di panna da montare, 10 biscotti tipo amaretti, succo di limone.

Preparazione


In una ciotola dai bordi alti montate la panna e sistematela in frigo. Dopodiché lavate bene le pesche, sbucciatele e privatele dei noccioli, e frullatele insieme allo zucchero a velo, ai biscotti e al succo di limone fino a ottenere una crema liscia. A questo punto unite al composto anche la panna e mescolate con un frusta o con lo sbattitore.

Sistemate la crema ottenuta in un unico stampo o in diversi stampini monoporzione, coprite con della pellicola trasparente e fate riposare in freezer per circa quattro ore.

Prima di servire togliete gli stampi da freezer circa un quarto d’ora prima; togliete il semifreddo dallo stampo trasferendolo su un piatto e decorate a piacere con salsa di pesche, frutta fresca, cioccolato fuso o granella di nocciole. Insomma: un dolce semplice ma freschissimo e, se decorato ad arte, anche goloso e bello da vedere.



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view post Posted: 15/7/2013, 19:04     +1Ricette light: insalata di bresaola, cicorino, menta e anguria - Tante Ricette
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L’estate, si sa, è il periodo per eccellenza delle cene fredde con gli amici e degli aperitivi tra colleghi; in queste situazioni a farla da padroni sono gli antipasti, che però, spesso, sono degli autentici attentati alla linea.

Noi ve ne proponiamo uno semplice da realizzare, gustoso, molto fresco, a base di alimenti decisamente estivi e con un apporto di sole 145 calorie per porzione: insalata di bresaola, cicorino, menta e anguria.

Ingredienti per 4 persone

100 grammi di bresaola, 200 grammi di cicorino, 300 grammi di anguria, 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, un limone, 20 grammi di erba cipollina, 2 fette di pane toscano secco, un cucchiaio di aceto bianco, foglie di menta fresca, sale e pepe.

Preparazione

Mettete a bagno il pane secco in acqua e aceto, e intanto lavate il cicorino sciacquando le foglie con abbondante acqua, asciugate, ricomponete il mazzetto e su di un tagliere affettatelo sottilmente.

Tagliate a dadini l’anguria dopo aver eliminato tutti i semi, tritate l’ erba cipollina e spremete il limone; in una ciotola emulsionate l’olio extravergine d’oliva con il succo di limone filtrato e l’erba cipollina.

Tagliate a striscioline la bresaola e mescolatela in un’insalatiera con il cicorino e l’anguria; a questo punto togliete il pane dall’acqua, strizzatelo bene e sbriciolatelo.

Condite l’insalata con la vinaigrette, regolate sale e pepe e mescolate; alla fine aggiungete il pane sbriciolato e qualche fogliolina di menta fresca.


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view post Posted: 7/7/2013, 12:16     +1IL PESO DELLA PREGHIERA........( bellissima da leggere ) - Parliamo di emozioni

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IL PESO DELLA PREGHIERA........( bellissima da leggere )

Una donna in un negozio, si avvicinò al padrone e umilmente gli chiese se poteva prendere alcuni alimenti a credito.
Con delicatezza gli spiegò che suo marito si era ammalato in modo serio e non poteva lavorare e i loro sette figli avevano bisogno di cibo.
Il padrone non accettò e le intimò di uscire dal negozio. Conoscendo la reale necessità della sua famiglia la donna suplicò: “Per favore, signore, glielo pagherò non appena posso”.
Il padrone ribadì che non poteva farle credito, e che lei poteva rivolgersi ad un altro negozio. In piedi, vicino al banco, si trova un giovane sacerdote che aveva ascoltato la conversazione tra il padrone del negozio e la donna.
Il sacerdote si avvicinò e disse al padrone che avrebbe pagato quello che la donna avrebbe preso per il bisogno della sua famiglia, allora il padrone con voce riluttante, chiese alla donna: “Hai la lista della spesa?”. La donna disse “Si, signore”. “Bene” disse il padrone “metta la sua lista sul piatto della bilancia e le darò tanta merce quanto pesa la sua lista”.
La donna esitò un attimo e, chinando la testa cercò nel suo portafoglio un pezzo di carta, scrisse qualcosa e poi posò il foglietto su un piatto della bilancia. Gli occhi del padrone e del sacerdote si dilatarono per lo stupore, quando videro il piatto della bilancia, dove era stato posato il biglietto, abbassarsi di colpo e rimanere abbassato.
Il padrone del negozio, fissando la bilancia, disse: “E’ incredibile” Il sacerdote sorrise e il padrone cominciò a mettere sacchetti di alimenti sull’altro piatto della bilancia. Pur continuando a mettere molti alimenti, il piatto della bilancia non si muoveva, fino a che si riempì. Il padrone rimase profondamente stupito.
Alla fine, prese il foglietto di carta e lo fissò ancora più stupito e confuso… non era una lista della spesa! Era una preghiera che diceva: “Mio DIO, Tu conosci la mia situazione e sai ciò di cui ho bisogno: metto tutto nelle tue mani!”.
Il padrone del negozio, in silenzio, consegnò alla donna tutto ciò che aveva messo nel piatto della bilancia. La donna ringraziò e uscì dal negozio.
Il giovane sacerdote, consegnando una banconota da 50, disse al padrone: “ORA SAPPIAMO QUANTO PESA UNA PREGHIERA” ……..

Il nome di quel sacerdote era: KAROL WOJTYLA

view post Posted: 18/11/2011, 09:55     +1Buon Compleanno Maleti - AUGURI A...



tanti auguri cara mariangela un abbraccio e un bacio

view post Posted: 14/11/2011, 17:44     +1Il 25% dei mammiferi rischia l’estinzione - Il regno animale

La "Lista Rossa" delle specie in pericolo stilata dalla IUCN ci avverte sui pericoli che sta correndo la biodiversità sul nostro pianeta, tra animali che si sono estinti e specie sempre più a rischio.



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Il rinoceronte nero dell’Africa occidentale è definitivamente scomparso dal pianeta; per questa sottospecie non c’è stato nulla da fare mentre altre due, il rinoceronte bianco dell’Africa centrale e quello del Nord, sono sull’orlo dell’estinzione. Anche i rinoceronti di Giava sono, con tutta probabilità, alle loro ultime battute considerando che nel mondo ne restano appena 50, concentrati in un piccolo parco indonesiano, dopo che l’ultimo esemplare del Vietnam è stato abbattuto da un bracconiere.

Nonostante le numerose sollecitazioni di associazioni mondiali e l’impegno da parte delle autorità per contrastare il fenomeno del bracconaggio (in molti stati africani si stanno facendo significativi passi avanti nella legislazione per la tutela delle specie a rischio e nell’imposizione di severissime pene a chi infrange tali leggi) il rinoceronte, assieme al suo corno, sembra sempre più destinato a diventare un animale leggendario; e purtroppo è anche in buona compagnia.

Il 25% dei mammiferi, infatti, rischia attualmente l’estinzione, come evidenziato dalla Lista Rossa della IUCN, International Union for conservation of nature, che segna un passo sempre più significativo verso la costituzione di un barometro della vita in grado di segnalare i mutamenti nella biodiversità, sempre più minacciata, del nostro pianeta.

Con l’inclusione di più di 61.900 specie nell’ultimo aggiornamento della lista, infatti, sono stati messi in evidenza gli sforzi per catalogare un sempre maggiore numero di animali, migliorando così la qualità delle informazioni: obiettivo è giungere a delineare un quadro dello stato della vita sulla Terra complesso ed esaustivo che possa essere d’aiuto nella salvaguardia di tutte le creature che vivono pericoli di vario tipo che ne minacciano la sopravvivenza.

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Tra i mammiferi, a rischio anche il damalisco di Hunter, o hirola, l’antilope africana dagli occhi caratteristicamente segnati di bianco, unica rimasta del suo genere, il beatragus: se scomparisse, sarebbe la prima volta dopo 75 anni in cui un intero genere, la categoria tassonomica intermedia tra specie e famiglia, verrebbe travolto dall’estinzione. Dal 1980 ad oggi, le hirola sono diminuite del 90%, lasciando in vita soltanto 245 esemplari in un territorio compreso tra Somalia e Kenya: sotto accusa i cambiamenti climatici, l’habitat distrutto, la caccia selvaggia e gli assalti dei predatori che, di recente, sono diventati molto più numerosi.

Secondo quanto riportato dal National Geographic, tuttavia, i «pastori e mandriani» e quanti abitano quella zone lungo i confini dei due stati, starebbero mostrando una certa sensibilità al discorso della tutela delle antilopi africane e di altre numerose specie, individuandone gli aspetti positivi sia in termini più strettamente ambientali, sia per i benefici economici che ne derivano, in particolar modo grazie al turismo: un piccolo segnale, da un piccolo angolo di mondo, ma pur sempre qualcosa che fa sperare. Per le antilopi africane e per tutti quegli animali che, oggi, stanno rischiando di scomparire per sempre lasciando il mondo, purtroppo, solo in mano di noi uomini.



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view post Posted: 14/11/2011, 16:08     +1Sci: al via la stagione in montagna - Città Italiane ed Estere
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Con l'arrivo del freddo, la prossima apertura dei mercatini di Natale e l'approsimarsi del ponte dell'8 dicembre, si avvia a partire la stagione turistica nelle montagne italiane. Sarà possibile sciare in Italia scegliendo tra 3.683 piste da discesa, per un totale di 6.701 km di piste.

Tra queste, il 47% sono piste rosse, il 31% piste blu ed il 14% piste nere. Per chi desidera invece praticare lo sci da fondo, a disposizione ben 239 piste/anelli per un totale di 1.926 km. 2.157 gli impianti di risalita: siano ad agganciamento automatico o collegamento temporaneo, si tratti di funivie, seggiovie, cabinovie o sciovie, la maggior quota degli impianti di risalita si trova in Alto Adige; il 17,2% del totale.

Seconda regione italiana con il maggior numero di impianti di risalita è il Piemonte con il 17,3% del totale. Al centro-sud Italia la prima regione per impianti è l'Abruzzo. Tutti i numeri sulla montagna 'bianca' italiana arrivano dalla fotografia scattata da JFC attraverso l'Osservatorio Italiano del Turismo Montano.


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view post Posted: 13/11/2011, 17:45     +1I tic nei bambini:ne soffre un bimbo su cinque - La nostra salute
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Non si parla spesso di loro ma sono diffusi tra i bambini più di quanto si creda: parliamo dei tic, dei piccoli movimenti involontari, senza nessun significato che quando si verificano lo fanno per molto tempo. Un gesto “nervoso” incontrollabile che affligge, in maniera più o meno presente, circa il 17% dei bimbi in età scolare. A sostenerlo ci pensa uno studio spagnolo pubblicato sulla rivista di settore Pediatric Neurology.
La ricerca si è basata su un campione di circa milleduecento bambini delle scuole elementari e delle medie di una provincia spagnola, sul quale è stata verificata la presenza di uno o più tic sui bambini. Per tic parliamo di strizzamento degli occhi, piegamento della testa da un lato, il toccarsi i capelli o il naso e tutte quelle azioni involontarie che un bambino può mettere in atto.
Come spiega la neurologa coordinatrice dello studio, la dott.ssa neurologa Esther Cubo dell’ospedale spagnolo di Burgos:

Fino a oggi si è sempre pensato che i tic siano un’evenienza tutto sommato rara, ma perché le ricerche sono state condotte sui pazienti che arrivano all’osservazione del medico e quindi hanno tic più “pesanti” ed evidenti. Osservando tutta la popolazione scolastica ci siamo invece accorti che i tic leggeri, quasi impercettibili, sono invece abbastanza comuni: ne soffre quasi un bambino su cinque.

Scorrendo l’articolo ci si rende conto infatti che in base ai dati rilevati dal team di ricercatori spagnoli, almeno il 17% dei bambini presenta dei tic, seppure lievi: numero che sale al 20% nelle scuole “speciali” per i bambini che presentano problemi di apprendimento. Piccola nota: esse sembrano essere più diffuse nei maschi rispetto che nelle femmine.


Differente discorso deve essere fatto per i bimbi che presentano dei tic in seguito alla presenza di patologie ben precise, quali la sindrome di Tourette. In quel caso non solo è stata osservata la presenza di tic di tipo motorio molto evidenti, ma anche quella di tic vocali, i quali possono trovate espressione attraverso i versi di imitazione animale, urla improvvise ed addirittura parole oscene.

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view post Posted: 13/11/2011, 17:37     +1Poesie sulla befana - Poeti famosi

Poesia sulla befana di Guido Gozzano

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La Befana

Discesi dal lettino
son là presso il camino,
grandi occhi estasiati,
i bimbi affaccendati

nel loro piccolo cuore
ignaro del dolore.

a metter la scarpetta
che invita la Vecchietta
a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.

Ognun, chiudendo gli occhi,
sogna dolci e balocchi;
e Dori, il più piccino,
accosta il suo visino


alla grande vetrata,
per veder la sfilata
dei Magi, su nel cielo,
nella notte di gelo.

Quelli passano intanto
nel lor gemmato manto,
e li guida una stella
nel cielo, la più bella.

Che visione incantata
nella notte stellata!
E la vedono i bimbi,
come vedono i nimbi

degli angeli festanti
ne’ lor candidi ammanti.
Bambini! Gioia e vita
son la vision sentita



La befana vien di notte

La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana!

La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la scopa di saggina:
viva viva la nonnina!

La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
s’è scucita la sottana:
viva, viva la Befana!



Poesia sulla Befana di Giovanni Pascoli

La Befana

Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.
Che c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?
Guarda e guarda…tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda…ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini.
Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?
Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.

Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.
La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.

Ma che c’è nel casolare?
Guarda e guarda… tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti…
E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila…
Veglia e piange, piange e fila.
La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.
La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.

view post Posted: 13/11/2011, 17:32     +1Il Reuccio Gamberino - Fiabe
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L’autore della favola che vi racconto oggi è Guido Gozzano, scrittore e poeta meglio noto come esponente del crepuscolarismo ironico, corrente poetica dei primi del ’900. Nella sua breve vita Gozzano scrisse anche alcune fiabe tra le quali Il Reuccio Gamberino, che trovate di seguito. Si tratta di componimento che si colloca sicuramente al di fuori degli schemi favolistici tradizionali, dettaglio questo che la rende più adatta a bambini dai nove anni in su ai quali può essere proposta anche come esercizio e spunto di riflessione giocoso (ad esempio, invitandoli a indovinarne la morale). Buona lettura!

Tre giorni ancora e il Reuccio Sansonetto compiva diciott’anni, età che, secondo le leggi del regno, gli permetteva di togliere moglie. Egli stava ad una loggia del palazzo reale, raggiante ed impaziente di sposare Biancabella reginetta di Pameria, con la quale era fidanzato fin dall’infanzia. Ingannava il tempo mangiando ciliege e scagliando i noccioli sui passanti, con una piccola fionda. I beffati alzavano il volto incolleriti, ma l’inchinavano tosto, ossequiosi, appena riconoscevano il reale schernitore.
E il Reuccio rideva e i cortigiani ridevano con lui. Passò una vecchina dai capelli candidi, dal naso enorme e paonazzo e il Reuccio cominciò a berteggiarla:
- Oh, comare Peperona! Oh, comare Peperona!…
E come l’ebbe a tiro la colpì con un nocciolo sul naso. La vecchietta si grattò il naso dolente, si chinò tremante, raccolse, strinse il nocciolo tra il pollice e l’indice e lo rinviò all’erede al trono. Le grida sdegnate della Corte scagliarono cento guardie sulle tracce della strega Nasuta, ma quella aveva svoltato l’angolo della via, ed era scomparsa. Al tocco aspro del nocciolo il Reuccio Sansonetto vacillò, come preso da vertigini; poi cominciò a ridere, premendosi gli orecchi con le mani.
I cortigiani lo guardavano sbigottiti ed inquieti:
- Che cosa vi sentite?
- Sento… sento…
E il Reuccio rideva, rideva senza poter rispondere.
- Che cosa vi sentite?
- Sento… sento il tempo che va indietro! Il tempo che va indietro! Che cosa buffa! Ah, se provaste! Che cosa buffa!…
La Corte lo credeva ammattito. Quando poi fece per muoversi e lo videro camminare a ritroso, tutti scoppiarono dalle risa.
- Reuccio, che cosa è questo?
- È… è che non posso più andare avanti!…
E rideva, e per quanto tentasse di avanzare il piede non gli riusciva di fare un passo innanzi, ed era costretto a retrocedere come un gambero. Poi riprendeva a premersi gli orecchi, a chiudere gli occhi, come preso da vertigini.
- Il tempo che va indietro! che strano effetto, che cosa buffa, amici miei!…
E i cortigiani ridevano ed egli rideva con loro…
E tutti lo credevano ammattito.


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view post Posted: 12/11/2011, 16:34     +1Ovidio e Petronio, tradizione popolare del lupo mannaro - Creature fantastiche & fantascienza
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Uno dei miti greci parla del re dell’Arcadia, Licaone, che ricevuta la visita di Zeus trasformato in pellegrino e avendolo riconosciuto cercò di dargli da mangiare carne umana. Il dio, arrabbiato per l’oltraggio cacciò il re e lo confinò in campagna sotto forma di lupo, l’animale che gli assomigliava caratterialmente.

La metamorfosi di Licaone venne ripresa da Ovidio, poeta romano dell’antichità che ne fece un racconto che entrò a far parte della letteratura popolare. Licaone divenne un lupo dal pelo grigio, colore dei suoi capelli, assetato di sangue e feroce.


Questo racconto non faceva altro che riportare usanza violenta dell’Arcadia nella quale le trasformazioni in animali prevedevano sacrifici umani e venivano fatte nel tempio sul monte Liceo. Grazie al sacrificio umano la persona veniva trasformata in lupo.

La trasformazione durava solamente nove anni, ma nel caso il lupo si fosse cibato di carne umana sarebbe rimasto così per sempre. Un altro romano, Petronio, intrattenne i suoi lettori con racconti di lupi. Narrò di un certo schiavo Niceros che una notte uscì da Roma per andare a trovare la sua amante in una fattoria e chiese ad un soldato di fargli compagnia sulla strada.

Quando arrivarono al cimitero la luna splendeva nel cielo e il soldato sembr guardarsi attorno per cercare qualcosa, ma all’improvviso si tolse gli indumenti e in pochi minuti si trasformò in lupo. Ululando il soldato/lupo si allontanò. Niceros andò per raccogliere i vestiti, però li trovò trasformati in pietre, allora se ne andò a casa dell’amante che trovò in agitazione.

Un lupo era entrato nel recinto con le sue bestie e le aveva ucciso mucche e pecore. Un suo lavorante era riuscito però a colpirlo sul collo con una sbarra. Niceros si fermò da lei per la notte e la mattina dopo riprese la via di casa. Accanto ai vestiti pietrificati trovò una pozza di sangue. Il soldato invece era a letto, affiancato da un medico che gli stava medicando una profonda ferita sul collo.
(photo credits | projectswole)


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view post Posted: 12/11/2011, 16:30     +1Un principe e la sua avventura - Racconti .
In un posto lontano che dirvi non so viveva un principe con la sua famiglia che, nonostante le sue immense ricchezze, non riusciva ad essere felice. Trascorreva le sue giornate nell’ozio insoddisfatto di tutto quello che lo circondava; decise dunque di partire e di scoprire cosa ci fosse al di là del suo regno, tanto per spezzare la noia, che era, a suo dire la causa del suo male. Baciati la madre ed il padre, salutati i suoi servitori, sacco in spalla il principe partì all’avventura. Le difficoltà non tardarono ad arrivare, sì perché il bosco che delimitava il suo regno, e che lui si apprestava ad attraversare, era pieno di insidie. Il principe non aveva mai trascorso una notte da solo e per giunta al buio fuori e al freddo. Montata la sua piccola tenda, vi si infilò di corsa, e mentre i suoni della notte si destavano il cuoricino del principe batteva ancora più forte. Sgranocchiando qualche biscotto, magra cena per chi era abituato a ben altro, diceva tra sé e sé: ”Devo essere coraggioso, non devo avere paura, un principe non si lascia spaventare.” Aveva appena finito di rincuorarsi, il sonno era appena giunto ed un animale si era infilato nella tenda …….Disturbato dal rumore del vento, il principe aprì gli occhi e si trovò faccia a faccia con un lupo famelico che, zanne in vista, si leccava già i baffi all’idea della sua facile preda; con un balzo il principe fu in piedi e bianco come un cencio gridò: ”Fermo, non vorrai mangiarmi?” Ed il lupo: ”Devo dire che questa era proprio la mia idea.” A questo punto il ragazzo, sempre più impaurito, disse: ”Ma guardami, sono magro come uno stecco, non vale nemmeno la pena mordermi!” Il lupo non sentì ragioni e con un salto gli fu già addosso; ma, nel momento stesso nel quale stava per azzannarlo, riconobbe lo stemma regale appuntato sulla giacca del principe. Con un passo indietro il lupo si sedette, chinando la testa in segno di lealtà e disse: ”Vostra maestà perdonate questo povero lupo affamato, ma non vi avevo riconosciuto. ”Il principe dal canto suo, tirato un sospiro di sollievo, scusò il lupo il quale, desolato ancora per quello che aveva fatto, si offrì di restare fuori dalla tenda per vegliare il sonno del suo sovrano, durante tutta la notte. Il ragazzo pensò e ripensò a quello che era accaduto, fino a quando cadde definitivamente tra le braccia di Morfeo. Il mattino seguente, il principe mise al corrente il suo nuovo amico della sua storia, raccontandogli come era partito da casa in cerca di qualcosa che, a suo dire, gli mancava. Il lupo che era vecchio e saggio gli chiese: ”Scusate il mio ardire, ma di preciso quale è questa cosa che vi manca tanto da farvi andare via?“. Il principe non seppe rispondere; si trovava davanti un lupo abituato a cavarsela da solo volente o nolente, senza tante cose che invece lui aveva: affetto e ricchezze ad esempio. La verità era che a lui non mancava niente, i suoi erano solo capricci, ed ora lo aveva capito; si alzò di scatto, e come se aprisse gli occhi per la prima volta, guardò il lupo con gratitudine per la sua lealtà e per il suo aiuto e disse: ”Torno a casa da chi mi ha sempre amato aspettando che io mi accorgessi della mia fortuna; vorrei che tu venissi con me, credo che con la tua esperienza tu possa aiutarmi a capire tante cose.” Il lupo fece un cenno con la testa, a testimonianza del fatto che anche per lui sarebbe stato un piacere guidare con i suoi consigli da quel giorno il suo nuovo amico. Si incamminarono verso il palazzo con la consapevolezza che sarebbero stati inseparabili e complici per molti e molti anni.

La morale è che nella vita bisogna ben valutare quello che abbiamo, a volte è molto più di quello che pensiamo.



Tilly
view post Posted: 11/11/2011, 14:04     +1Crociere: Msc, Mediterraneo meta preferita viaggi nozze - Tutto mare
Taormina tappa obbligata per 43% novelli sposi in luna miele

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(ANSA) - PALERMO, 8 NOV - E' il Mar Mediterraneo la location perfetta in cui girare le più belle scene del proprio viaggio di nozze. Questo è quanto emerge da una ricerca di mercato illustrata oggi nel corso della tavola rotonda, a bordo di MSC Splendida, 'Martedi' Turismò organizzata da Guida Viaggi.
All'incontro ha preso parte, tra gli altri, Marco Ponticiello, area manager Italia di MSC Crociere, che ha divulgato alcuni dati relativi ai viaggi di nozze a bordo delle 11 unità della flotta della compagnia. Secondo Ponticiello "nel 2011 oltre il 56% dei passeggeri ha scelto il Mediterraneo occidentale e il 35,2% il versante orientale".
Gli altri neosposi hanno scelto i Fiordi, attrazione principale del Nord Europa in grado di attirare il 3,5% dei turisti, e il Mar Baltico (con il 2%). Fra le escursioni più gettonate, "sembra impossibile per i croceristi Msc resistere al richiamo e al fascino di Taormina - continua - tappa obbligata per il 43% dei novelli sposi. Seguono le escursioni nelle regioni turche (12%) e la Spagna, comprese le isole Baleari (10,2%), davanti alle Canarie, sempre in territorio iberico".
Per quanto riguarda, invece, il porto di imbarco da Palermo e Napoli salpa circa il 20% dei passeggeri. Seguono Bari con il 19%, Venezia 12% e Genova 11%. All'estero è, invece, irresistibile il richiamo delle rambla di Barcellona, dove inizia la propria luna di miele il 3,5% dei neosposi, ma registrano un'impennata del 250% di imbarchi rispetto il 2010 il porto di Marsiglia e del 164% da quello di Kiel in Germania.(ANSA). Y5P/
view post Posted: 11/11/2011, 13:14     +1Come fare la calza della Befana - Casa: Trucchi e consigli
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Alzi la mano chi da bambino non ha atteso con ansia il giorno dell’Epifania, quello in cui arrivava la simpatica vecchietta a portare dolci e doni o cenere e carbone, a seconda di come ci si era comportati nell’anno precedente. Di solito la vecchina era buona e non lasciava alcun bambino senza neanche una caramella, anche se questi aveva fatto dannare la mamma per tutto l’anno.

Dolci ricordi che diventano realtà per i nostri figli o i nostri nipotini, i quali la notte tra il 5 ed il 6 gennaio andranno a dormire sperando di trovare al risveglio una calza piena di leccornie. Di calze ne esistono di tutti i tipi e per tutti i gusti, già pronte o da riempire, firmate, marchiate con il proprio personaggio preferito. Ma perché spendere inutilmente dei soldi quando possiamo divertirci a confezionare da soli una calza della Befana? Il divertimento è unico, così come la soddisfazione alla fine del lavoro e siamo certi che i vostri bambini apprezzeranno lo sforzo quasi quanto il contenuto della calza.


Il materiale migliore per confezionare una calza della Befana è sicuramente il pannolenci. Procuratevene di diversi colori (lo trovate con facilità in una qualunque merceria) e mettetevi all’opera per rendere il giorno della Befana davvero speciale. Disegnate su un foglio una calza, ritagliate lungo i bordi e poi riportate il disegno sul rovescio del pannolenci. Ora fate la stessa operazione voltando il disegno di carta e ritagliate nuovamente. In alternativa potete utilizzare una calza da uomo per disegnare la forma della calza della Befana, lavorando sempre sul rovescio del pannolenci.

Ora prendete i due pezzi ottenuti e fateli combaciare (sempre al rovescio), quindi cucite lungo i bordi, lasciando aperta la parte superiore. Se non siete bravi con ago e filo, potete incollare i bordi, facendo attenzione a non usare troppa colla per non togliere spazio all’interno della calza. Volendo, potete decorare la calza della Befana con un piccolo albero di natale, una stella o qualunque altro simbolo vi suggerisca la vostra fantasia, utilizzando pezzi di pannolenci di colori diverso.

E se non trovo il pannolenci? Niente paura. Rovistate nel vostro armadio e cercate una sciarpa colorata che non utilizzate più: l’effetto sarà diverso, ma il risultato è il medesimo. Buon divertimento e… non dimenticate di riempire la calza!



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